Congresso e Senato, di Pérez Galdós

CONGRESSO E SENATO
Madrid, 31 maggio 1886

I


Il Congresso è tutto trambusto, passione, giovinezza, ardore; il Senato è tutto tranquillità, maturità, discrezione. Questi due elementi, a volte uniti, a volte in contrasto, formano l’equilibrio parlamentare. Se esistesse solo la Camera popolare, i governi condurrebbero un’esistenza assai penosa; se esistesse solo la Camera aristocratica, i governi si abbandonerebbero a una dolce sonnolenza. I deputati hanno un palazzo costruito per loro, ma che non risponde alle condizioni adeguate all’obiettivo. A causa della cattiva disposizione delle luci e dell’imperfetta ventilazione, c’è sempre una pesantezza fastidiosa in quell’atmosfera. L’aria si rarefà presto, e la luce zenitale che illumina debolmente tutte le stanze della casa agisce sul cervello, producendo tristezza e pessimismo. Sembra che l’edificio sia stato costruito appositamente per irritare l’animo di chi vi si reca, incitandolo alla lotta. Chiunque stia lì tre o quattro ore di fila prova dapprima un grande tedio, poi il desiderio di discutere e di litigare con qualcuno.

I nervi si agitano in quell’ambiente chiuso e sotto quella luce che cade sulla sommità del capo, e alla fine lo spirito si predispone contro tutto, desiderando che si scatenino grandi e rumorose risse. Il grande corridoio, dritto e oscuro come un tunnel, incita alla discordia, chi può dubitarne? Una delle due: o l’architetto che costruì questa casa era fin troppo astuto e si proponeva di rinchiudere i deputati in un luogo che li rendesse più turbolenti, oppure non ne azzeccava una nell’arte nobile della costruzione. Invece, i senatori hanno una casa che è tutta placidità, allegria e comodità.

È un convento riformato, e si sa che i frati vivevano bene. La sala delle sessioni era una chiesa e riceve aria e luce dalle sue alte e ben disposte lucernari. Il salone delle conferenze, la biblioteca, i corridoi, le sezioni e le altre dipendenze sono ampie e ariose. I senatori non sono sottoposti al supplizio di quella antipatica luce zenitale, che rende il Congresso un luogo di tormento. Persino nella decorazione e nelle aggiunte all’edificio hanno trovato un vantaggio, favoriti dalla sua stessa irregolarità. Lì si trova il grande quadro di Pradilla, «La resa di Granada», e ci saranno altre opere notevoli dei primi maestri contemporanei.

II
Si dica quel che si vuole, la bellezza e l’ampiezza del luogo devono esercitare una certa influenza sulle discussioni di questa Camera, rendendole così discrete e pacate. Lì tutto è cortesia, riguardo, rispetto per l’avversario. La recente discussione del Messaggio lo dimostra. Felici mille volte i governi, se le difficoltà parlamentari fossero sempre così. Il presidente del Consiglio ha riassunto i dibattiti con una serenità, un’abilità e un dominio di sé e dell’argomento che promettono giorni favorevoli alla situazione. Il dibattito era stato tranquillo; i conservatori si mostravano riservati e in attesa; i repubblicani possibilisti combattevano con le armi rivestite di cotone, e gli individui dei due esigui gruppi, sinistrista e romerista, erano gli unici a presentarsi battaglieri. Poiché al di fuori della Spagna le piccolezze della nostra politica non hanno alcun interesse, non voglio parlare di questi gruppi, le cui idee hanno valore solo qui, valore – certamente fittizio, perché scavando un po’ in esse, la crosta dei principi si sfalda e appare immediatamente l’interesse personale.

Se ci deve essere un po’ più o un po’ meno di estensione nel suffragio, se dobbiamo sostituire una costituzione con un’altra; ecco la giustificazione apparente di questi gruppi, che alla fine dovranno scomparire, tornando ciascuno al tronco da cui sono usciti, con vantaggio per il paese e la Monarchia.

Presto inizierà la discussione del Messaggio al Congresso, e lì vedremo e sentiremo qualcosa di più drammatico rispetto a queste contese patriarcali del Senato. Perché gli avversari della situazione e della Monarchia sono nella Camera popolare uomini di battaglia, ancora illusi dai prestigiosi dell’eloquenza brillante, e perché i problemi acquisiscono una grandezza particolare, e, infine, perché chi ce l’ha dentro, non è possibile la pace dentro quella cisterna né in quell’atmosfera che stordisce e congestiona.

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